Posizionamento SEO, gli algoritmi di Google da PageRank a Panda

By | Luglio 31, 2019
algoritmo google

Gli esperti seo sono dei professionisti che sono in grado di far aumentare la visibilità, e quindi gli accessi, di un sito web, ma per farlo sono chiamati sempre ad essere aggiornati su come si comporta Google, ovverosia il motore di ricerca più utilizzato sul web.

Come cambia l’algoritmo di Google

Al riguardo spesso si dice che un sito Internet rispetto alla concorrenza, ovverosia rispetto a quelli che trattano ed approfondiscono gli stessi argomenti, ha subito delle penalizzazioni in quanto algoritmo di google è cambiato, ma cosa significa nello specifico?

In merito c’è da dire che negli anni ai fini della SEO il posizionamento dei siti Internet su Google non è mai stato statico, ma dinamico specie in corrispondenza del rilascio di un nuovo algoritmo, rispetto al precedente, al quale di norma i programmatori e gli esperti web attribuiscono un nome oppure è la stessa Big G a identificarlo come il PageRank del 1998 che è l’algoritmo di Google che ha fatto storia.

Si tratta, infatti, dell’algoritmo che è progettato direttamente da Sergey Brin e da Larry Page per premiare su Google la link popularity, ovverosia l’attribuzione su Google di un valore più alto, e quindi più autorevole, delle pagine che ricevono backlink, ovverosia dei link in entrata, rispetto alle altre.

Google Panda, l’algoritmo che ha fatto la storia sul web

Tra gli algoritmi di Google ha di certo fatto storia, nel 2011, il noto Google Panda che ha letteralmente rivoltato il web introducendo delle penalizzazioni ai siti Internet non solo con pagine web di scarsa qualità, ma anche con un elevato rapporto tra pubblicità e contenuti.

In pratica, prima dell’arrivo di Google Panda, sul web c’era stata una vera e propria corsa al posizionamento con una proliferazione di siti Internet, messi online a raffica dalle content farm di tutto il mondo, al fine di apparire nella prima pagina delle ricerche Google in base al massimo numero possibile di chiavi di ricerca tali da far generare poi centinaia di migliaia di visualizzazioni pure a siti con contenuti di scarsa qualità in quanto poco utili ai lettori a livello informativo.

Da Google Panda a Penguin, stop a keyword stuffing e backlink non naturali

Un altro algoritmo di Google non dirompente come il Panda, ma comunque importante, è stato il Google Penguin che, introdotto nel 2012, ha avuto anche in questo caso delle finalità punitive andando a penalizzare, nello specifico, tutti quei siti Internet dediti ad un incremento della link popularity andando ad utilizzare backlink non naturali ed anche adottando la pratica del keyword stuffing che, per rendere l’idea, è una tecnica con cui viene ripetuta in un testo la keyword da ottimizzare fino all’esasperazione.

Google Mobile Friendly Update, l’algoritmo di Big che premia l’accessibilità

In più, per stare al passo coi tempi, nel 2015 Google ha introdotto il ‘Mobile Friendly Update‘, un aggiornamento degli algoritmi con il quale Big  ha introdotto per le ricerche con il motore un ulteriore fattore di ranking e precisamente quello di andare a premiare, in termini di visibilità, quei siti caratterizzati da un design accessibile non solo con il classico PC, ma anche con dispositivi mobili come smartphone e tablet.