CBD, un valido rimedio naturale contro la dismenorrea

By | Maggio 22, 2025
CBD

La dismenorrea, termine medico che indica i dolori mestruali di livello invalidante, rappresenta un problema sanitario di proporzioni importanti.

Per capire l’impatto che ha sulla qualità della vita, basta chiamare in causa i dati di un’indagine condotta nel 2023, che ha portato alla luce come, già tra le adolescenti, a causa dei dolori mestruali forti si possa parlare di un assenteismo scolastico attorno al 52%.

Sintomo che merita indagini mediche immediate – non è affatto normale, anche all’inizio della propria storia di fertilità, soffrire durante i giorni del flusso mestruale – la dismenorrea provoca un dolore che può essere gestito sia con i farmaci, sia con alcuni rimedi naturali.

Premessa doverosa: quando li si chiama in causa, è comunque opportuno rammentare l’importanza di chiedere il parere del proprio medico curante prima di iniziare ad assumerli.

Nell’elenco di queste soluzioni è possibile citare il CBD o cannabidiolo. Principio attivo della cannabis secondo per fama al THC ma, a differenza di quest’ultimo, privo di effetti psicoattivi, è finito, negli ultimi anni, al centro di numerosi report scientifici che hanno portato l’accento sui suoi effetti analgesici, particolarmente preziosi a fronte di quadri di dolore forte durante i giorni del flusso mestruale.

I motivi sono da ricondurre soprattutto alla sua efficacia antinfiammatoria, beneficio che si rivela decisivo in particolare quando il problema è la dismenorrea primaria, ossia la forma di dolore mestruale che, nella maggior parte dei casi, fa la sua comparsa entro il primo anno dal menarca ed è causata da un’anomala sintesi di prostaglandine da parte dell’organismo.

Grazie alla sua capacità di interagire con i recettori del sistema endocannabinoide, una vera e propria rete di vie di comunicazione biologiche tra le cellule del corpo umano, il CBD darebbe un contributo prezioso nel controllo di questo fenomeno.

Tra i vantaggi del principio attivo rientra, oltre agli aspetti menzionati nelle righe precedenti, anche la facilità di assunzione. Nel caso dell’olio di CBD, forse il prodotto più popolare in assoluto a base di cannabidiolo, si parla di grande praticità grazie al contagocce di cui ogni confezione è dotata.

Se poi si guarda agli oli vettori nei quali il principio attivo è diluito per renderne possibile l’assimilazione da parte dell’organismo – dando un’occhiata su e-commerce verticali come il celebre cbweed.com, fra i punti di riferimento storici nel settore in Italia, è possibile scoprire che sono davvero tanti – ci si può accorgere di un ulteriore potenziamento del potere antinfiammatorio.

Cosa dice la scienza?

Cosa dicono le evidenze ufficiali attualmente consultabili in letteratura scientifica in merito ai benefici del CBD come rimedio naturale contro i sintomi della dismenorrea?

Tra i lavori più recenti è possibile citare un paper, risalente al 2022, firmato da un team di esperti dell’Imperial College di Londra. Gli studiosi hanno analizzato 84 articoli, tutti dedicati all’efficacia dei farmaci a base di cannabis nel trattamento del dolore mestruale.

Circa due terzi dei dati scientifici esaminati hanno permesso di appurare effetti analgesici positivi.

Ricordando, dettaglio fondamentale da sottolineare, che i prodotti a base di CBD vendibili in Italia a seguito dell’entrata in vigore della Legge 242/2016 non sono a efficacia medicale, facciamo presente che, a seguito dell’analisi dei suddetti articoli, per i farmaci è stato possibile parlare di effetti collaterali, in particolare di nausea.

Con i prodotti disponibili sul mercato e di tipo non medicale, è possibile ottenere effetti decisamente più blandi rispetto a quelli dei farmaci, ma comunque utili a rendere meno gravoso un problema spesso difficile da gestire e con un impatto notevole, come abbiamo visto, sullo studio e sul lavoro (da anni, in Italia, si parla di una legge nazionale incentrata sul congedo mestruale).

La raccomandazione, come già detto, è di non limitarsi al controllo del sintomo, ma di approfondire il quadro con opportune visite ginecologiche, step fondamentale per la diagnosi di diverse patologie, tra cui l’endometriosi.